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Kayak trekking in Sardegna - 13 AGOSTO - SFIGA PAZZESCA


Mare mosso! Era previsto ed infatti è così. So già che non potrò navigare se non per brevi tratti quindi me la prendo comoda.  [...]
Una coppia di signori anziani mi si avvicina incuriosita. Rimaniamo a parlare per una mezz’oretta. Alla fine scopro che il signore è un collega ingegnere (come me) in pensione, nativo di Venezia (come me), vissuto a Milano e innamorato della Sardegna (come me). La scenetta è da ridere. Ci voleva una telecamera che riprendeva il mio volto mentre mi diceva queste cose per capire. Mi spiega con dovizia di particolari la ricetta delle “sarde in saòr”. Non sono riuscito a fermarlo in tempo per spiegargli che non era il caso di parlare di cibo ad un girovago affamato e lui ha continuato amabilmente fino a farmi scendere la bavetta dalla bocca. Dopo questo bell’incontro faccio il punto della situazione e decido di scendere in acqua per raggiungere la spiaggetta dell’isolotto di fronte a me, riparata dal ponente incalzante. Un volta lì, proprio di fronte a me, vedo la spiaggia privata del camping Abbatoggia. Col mare in queste condizioni, non è male l’idea di passarci il resto della giornata e usufruire dei servizi interni al campeggio. Lascio il kayak sulla spiaggia e inizio ad esplorare l’area del campeggio. C’è il market, un ristorante-pizzeria e dei bagni con doccia. A pranzo non mi faccio sfuggire l’occasione di mangiare nel ristorante. Carne alla brace e patate al forno si trasformano da sogno in realtà. Con la pancia piena rimango a fare la siesta in spiaggia per il resto della giornata.


Nel pomeriggio l’imprevedibile: mi cade la batteria tra le pedane del kayak piene d’acqua! Impreco i santi Numi per qualche minuto. La batteria, come facilmente prevedibile, non funziona più. Non potrò più avere l’autonomia di 3 / 4 giorni per il telefono e la connessione ad internet. Un disastro!!! Mi dispero ma non serve a nulla. Trascorro il pomeriggio nervosissimo. Quando si avvicina sera, madre natura, per consolarmi, mi fa un regalo bellissimo. Mi regala il tramonto più bello visto fino a quel momento.


L’isolotto di fronte è il corollario ad una dimostrazione di bellezza superiore. Questo spettacolo mi rasserena. Mi fa dimenticare l’esperienza negativa del pomeriggio e mi dà nuova carica per continuare il viaggio. Il trekking in kayak è anche questo. Monto la tenda con un vento implacabile e, mentre mi vola tutto dalle mani, mi accorgo di aver perso anche un gancetto ad uno dei piedini. Ma allora vaffanculo, ce l’avete con me!!! Devo assolutamente trovare una soluzione di emergenza. Sembro riuscirci ma la sabbia di questa spiaggia è molto poco compatta; i picchetti non tengono. Sono costretto ad usare delle grosse pietre per mantenerli conficcati nella sabbia. Ad un certo punto si esaurisce pure la lampada frontale. Cambio le pile ma non va. Per fortuna ho quella di scorta. Al buio, a tentoni, la cerco e quando la trovo finisco di montare la tenda. Una giornata di merda!! Altro che tramonto! Forse è meglio che vada a dormire. Prima però voglio scrivere per filo e per segno quanta sfiga ho avuto oggi.


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