Santa Caterina Sea Kayak

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Grecia Ionica in kayak - 23 LUGLIO - COSTA EST DI LEFKADA


La notte è stata un vero inferno. Animali non meglio identificati hanno camminato sulla tenda e sul kayak per ore. Mi sono rannicchiato nella tenda per non toccare il telo, cercando di non pensare a quello che succedeva attorno a me. Una situazione davvero angosciante, che non mi ha fatto dormire quasi per niente. Immagino fossero topi o qualcosa di simile, scesi dalla macchia sopra la scogliera. Per fortuna, quando mi sveglio al mattino, l’incubo è finito. La colazione abbondante con caffè, biscotti e cornetti ripieni, mi catapulta in una nuova giornata di mare e avventura.[...]



Alle 8 sono in acqua con la prua diretta verso Lefkada. 



Mi godo la frescura del mattino e la bellezza della costa alta di Meganisi. 


Grotte e anfratti sono tutti miei.



Attraverso lo stretto e trafficato canale tra Meganisi e Lefkada e approdo su quest’ultima. Un verde rigoglioso mi dà il benvenuto.




Risalgo la costa fino alla spiaggia di Desimi. 


Sosto un’oretta abbondante per ricaricare le batterie col pannello solare 


e approfitto del ristorante a due passi per bere birra 



e mangiare la classica insalata greca con la feta.
Poco dopo riparto con vento a favore 


e risalgo ancora la costa 




fino ad arrivare alle porte di Nydri. 


Il caldo è davvero tremendo! Mi fermo ancora 


e la vista di un bar mi suggerisce di sorseggiare un’ennesima birra ghiacciata. Con un litro e mezzo di birra in meno di 1 ora, riparto abbastanza brillo. Il vento cala e con esso anche il piccolo refrigerio che mi dava. La temperatura è sicuramente intorno ai 40°. Per rinfrescarmi mi avvicino a riva a pochi centimetri d’acqua e inclino il kayak quanto basta per immergere completamente la testa. Il caldo mi fa fare cose che non avevo mai fatto prima d’ora. In uno di questi semi-roll il gps va in acqua e inizia ad impazzire. Se dovesse smettere di funzionare sono proprio nei guai. Alla vista dell’ingresso del canale di Lefkada, faccio un ultima sosta sotto l’ombra provvidenziale di un grosso pino.


Il gps proprio non va e decido quindi di spegnerlo. Stanotte tenterò di asciugarlo in tenda mettendolo in una busta con del riso. MI rinfresco all’ombra e smaltisco nel frattempo i postumi della mezza sbornia. 


Il vento rinforza ma questa volta in direzione opposta a quella di marcia. Devo ripartire: il canale mi aspetta. Faccio un po’ di strada e mi accorgo che il canale altro non è che un acquitrino artificiale che permette il transito delle imbarcazioni. Sono passato dalla meravigliosa costa di Meganisi ad uno stagno di acqua sporca pieno di rottami e rifiuti di ogni tipo.


Ho un forte vento contrario


che mi farà impiegare 2 ore prima di uscire dal canale. Attraverso prima un ponte mobile


e poi una darsena piena di barche e strutture arrugginite.



All’uscita mi accoglie un ponente teso. Sono le 18 e le forze iniziano a venire meno. Inutile distruggermi ulteriormente. Decido di fermarmi per la notte sul lungo spiaggione a qualche centinaia di metri dall’uscita del canale.


Purtroppo sono abbastanza visibile, perché dietro le dune di sabbia, a ridosso della spiaggia, c’è una strada asfaltata; non posso farci nulla. Mi siedo sul telo da mare e detto il diario della giornata. 
Non ho fame. Mangiucchio qualcosina giusto per. Mi godo gli ultimi raggi di sole prima che il sole tramonti


e solo dopo monto la tenda. Vado a letto molto presto per recuperare il sonno perso nella notte da paura su Meganisi.


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