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Grecia Ionica in kayak - 5 AGOSTO - DILUVIO A POROS


Alle prime luci dell’alba, la luce dei lampioni colora di giallo il cemento attorno alla tenda. 


L’atmosfera non è quella solita che ritrovo al mattino fuori dalla tenda. Manca il “wild” della spiaggia deserta, del buio approdo della sera prima da riscoprire al mattino con le prime luci dell’alba. E’ tutto così grigio! Durante la notte non ha piovuto ma l’umidità notturna ha bagnato qualsiasi cosa. Consumo la misera colazione, orfana del caffè. Le piacevoli abbuffate mattutine sono solo un ricordo. Alla partenza, devo risolvere il problema del trasporto del kayak fino allo scivolo . Non c’è anima viva nei paraggi e devo farcela da solo. Metto un legno sotto la prua del kayak e lo alzo dalla poppa facendolo ruotare di 180°. Poi faccio la stessa cosa mettendo il pezzo di legno sotto la poppa e alzandolo da prua. Una faticaccia bestiale! Alla fine riesco a far arrivare lo Scott fino alla minuscola spiaggetta dello scivolo. La partenza avviene sotto lo sguardo vigile dell’unica oca presente. 


La navigazione è allietata dalla mancanza del sole e da una leggera brezza che mi spinge fuori dal golfo. 


Faccio la prima sosta su una spiaggia, per consultare il meteo e le mappe satellitari. Riparto alla volta di Katelios, distante 7km circa. Quando arrivo, è ora di pranzo e la vista dei pesci in esposizione mi fa venire l’acquolina in bocca.


Opto per un pranzetto a base di pollo e funghi con l’immancabile accompagnamento della birra greca alla spina. Mancano 35km a Sami. E’ inutile spezzarmi la schiena per percorrerli tutti oggi, dato che il traghetto per Bari è partito ieri ed il prossimo partirà fra 5 giorni. Decido quindi di prendermela comoda e arrivare per il pernotto a Poros, distante una quindicina di km. 
Dopo aver schiacciato un pisolino all’ombra di un folto albero, riparto alla volta di Skala. Doppio Capo Mounda e dopo pochi km raggiungo lo spiaggione di Skala. 



Oltrepasso la strada e raggiungo un bar per sorseggiare una birra ghiacciata.


Riprendo il largo, attraversando splendidi tratti di costa.



Alle 19 fermo il kayak sullo spiaggione di Poros.


Parte un vento molto forte e rafficato, che non promette nulla di buono. La novità del giorno è che non funziona più il cavo di ricarica dell’iPhone. E’ il secondo! Non appena approdo sulla costa est di Lefkada non funzionano più i cavi. E’ il triangolo delle Bermuda dei cellulari! Mentre vago per Poros alla ricerca di un negozio che venda il cavo maledetto, il cielo si scurisce e inizia a piovere copiosamente. Decido di ritornare al kayak e di ripararmi nel vicino ristorante all’aperto. Mentre consumo la cena, la pioggia diventa torrenziale e iniziano a cadere saette ovunque. Abbandono il gazebo, ormai in procinto di volare, e mi riparo al chiuso, dentro il ristorante.


Il kayak giace abbandonato sulla spiaggia. Ho il 5% di batteria sul cellulare. Peggio di così non si può! Quando gli occhi iniziano a chiudersi per la stanchezza, arriva il momento di prendere una decisione. In spiaggia è troppo pericoloso montare la tenda e io devo assolutamente riposare. Chiedo al ragazzo del ristorante dove sia l’albergo più vicino e me lo indica a soli 100m di distanza. Raggiungo il kayak sotto il diluvio universale e prendo l’occorrente per passare la notte fuori. Chiudo tutto e scappo fino all’albergo, dove prendo una camera per la notte. E’ mezzanotte passata e, non appeno tocco il letto, ho giusto il tempo di impostare la sveglia alle 6, prima di piombare in un sonno profondissimo. 


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