Sono le 5 quando mi sveglio di soprassalto. Sono in auto, coperto dal sacco a pelo, sdraiato alla men peggio su entrambi i sedili anteriori. Ho dormito poco e male, tanto quanto basta però ad affrontare l’atteso giorno della partenza. Sono in un parcheggio a strisce bianche a qualche centinaia di metri dall’ingresso turistico del porto di Livorno. [...]
Tra un’ora inizia l’imbarco e devo preparare il kayak senza scordare ASSOLUTAMENTE NULLA! Il rincoglionimento mattutino mi farà dimenticare di mettere il carrello sotto il kayak prima di caricarlo. Mi ritrovo con una quintalata di kayak da sollevare. Ci riesco non si sa come. Mi ricordo di alcuni consigli di Federico e riesco a fare a meno delle ingombranti sacche stagne da 20l e a fare entrare tutto nei gavoni. Chiudo l’auto dopo l’ultima controllata.
Mi avvio carico a ciuccio verso il gate. Rivedo le solite facce allibite dei controllori all’ingresso, come a Civitavecchia. L’imbarco scivola liscio come l’olio. Il kayak viene sistemato proprio a ridosso del grosso portellone.
Si salpa. La terra ferma scompare piano piano all’orizzonte.
Il viaggio dura su per giù 4 ore. Poco prima dell’arrivo, salgo sul ponte della nave e guardo dal vivo, per la prima volta, l’isola che dovrò girare per intero: la Corsica.
La stratigrafia in foto è tipica dell’isola francese: mare, monti, nuvole e cielo.
La nave entra in porto
ed io mi affretto a raggiungere il garage più basso non appena vengono sbloccati gli accessi. Sono un po’ emozionato. Col kayak a traino metto il primo piede sulla terra corsa e percorro qualche centinaio di metri, fino al porticciolo turistico di Toga, incuriosito da tutto quello che ho attorno. Quando arrivo, trovo subito lo scivolo
e posso così iniziare le operazioni preliminari alla discesa in acqua. Vedendo proprio lì vicino un noleggio nautico, decido di chiedere il favore di tenermi l’ingombrante carrello per i giorni seguenti, fino al mio ritorno. La signorina al front-end è molto cortese e acconsente senza esitazioni. Mi avviserà di non passare a riprenderlo di sabato pomeriggio o di domenica perché il noleggio è chiuso. Non so di preciso in che giorno completerò il tour ma non ho altra scelta; devo lasciarlo comunque.
Alle 14 la preparazione del kayak è completata
e dopo essere uscito dal porto,
prendo il largo nel mar di Corsica.
Il cielo è coperto ed il verde dello scisto incute quasi paura per quanto è intenso e profondo. Sono accompagnato da un comodissimo scirocco al giardinetto che mi spinge da dietro obbligandomi però ad una maggiore attenzione nella pagaiata. All’altezza di Grigione, vengo accolto da un bellissimo sorriso in SUP (Stand Up Paddle) che non posso fare a meno di fotografare…
Il cielo è coperto ed il verde dello scisto incute quasi paura per quanto è intenso e profondo. Sono accompagnato da un comodissimo scirocco al giardinetto che mi spinge da dietro obbligandomi però ad una maggiore attenzione nella pagaiata. All’altezza di Grigione, vengo accolto da un bellissimo sorriso in SUP (Stand Up Paddle) che non posso fare a meno di fotografare…
Proseguo baldanzoso e faccio la prima sosta, per sistemare meglio qualcosa nei gavoni, a Miomo.
La seconda invece la effettuo a Lavasina,
dove tocco con mano i prezzi della Corsica: acqua e birra da 25cc 9€, diconsi N - O - V - E - E - U - R – I!!!!!
Per un attimo la mano si ritrae ma poi sorrido falsamente e pago. Capisco in quell’esatto momento che non potrò, come in Salento e Sardegna, bere una birra fredda ad ogni fermata. Pazienza.
Percorro ancora un miglio e sono nel porticciolo di Erbalunga,
Percorro ancora un miglio e sono nel porticciolo di Erbalunga,
dove mi colpiscono le abitazioni costruite praticamente sul mare.
La costa diventa man mano più selvaggia.
Mi sto avvicinando, miglio dopo miglio, all’estremità nord di Capo Corso, famoso proprio per la sua costa frastagliata e a picco sul mare.
Sono consapevole del fatto di aver dormito pochissimo e di essere stressato dal lungo viaggio; non voglio strafare e decido di fermarmi per la notte, dopo soli 18km navigati, a Marina di Pietracorbara. Ci arriverò intorno alle 18:30. E’ l’ora di cena ed è anche l’ora di sperimentare la nuova ricetta del trekking: polenta e ragù pronto! Tiro fuori stuoia, fornello, gavetta e chi più ne ha più ne metta, fino a che la padella non partorisce la creatura. Nasce così una polenta prelibatissima (forse per via della fame) che divorerò senza fretta sulla spiaggia.
Sono consapevole del fatto di aver dormito pochissimo e di essere stressato dal lungo viaggio; non voglio strafare e decido di fermarmi per la notte, dopo soli 18km navigati, a Marina di Pietracorbara. Ci arriverò intorno alle 18:30. E’ l’ora di cena ed è anche l’ora di sperimentare la nuova ricetta del trekking: polenta e ragù pronto! Tiro fuori stuoia, fornello, gavetta e chi più ne ha più ne metta, fino a che la padella non partorisce la creatura. Nasce così una polenta prelibatissima (forse per via della fame) che divorerò senza fretta sulla spiaggia.
Stanchissimo per la giornata intensa appena trascorsa e appesantito dal lauto pasto non mi rimane che montare la tenda e sdraiarmici dentro. Il resto verrà da sé. Facile a dirsi ma difficilissimo a farsi quando la tenda è nuova ed è la prima volta che la monti. Dopo una mezz’oretta passata a infilare i picchetti più in fondo possibile, capisco che i micro picchetti in super lega di alluminio della mia nuova tenda non servono a un cazzo sulla sabbia morbida. Ma tant’è. Li devo usare per forza. Non ho alternative. O meglio: troverò un’alternativa ma non adesso. Sono troppo stanco.
Il risultato alla fine non è malaccio.
Il risultato alla fine non è malaccio.
Va a farsi benedire anche quella mezza intenzione di registrare con l’iphone il diario della giornata. Lo farò domani. Chiudo gli occhi e, con grande emozione, ripenso ai momenti più belli della giornata e mi addormento per la prima volta sul suolo corso.
1 commenti so far
sei veramente spassoso!
sonia
EmoticonEmoticon