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Grecia Ionica in kayak - 24 LUGLIO - ATTERRAGGIO NOTTURNO A VASSILIKI


Dormo come un ghiro per tutta la notte senza svegliarmi mai. Recupero così il sonno perso nella notte dei topi a Meganisi. 
Il mattino ha l’oro in bocca. L’alba, poco dopo la sveglia delle 6,  è spettacolare![...]


Tiro fuori il gps dalla busta di riso dove lo avevo messo ad asciugare ieri sera. Premuto più volte il tasto power senza risultato alcuno, non posso far altro che constatarne il decesso. Recito il de profundis con impronunciabili epiteti in barese antico. Sono davvero preoccupato per le sorti del trekking. Considero il gps uno strumento essenziale. Senza non potrò sapere quanti km ho percorso, non potrò memorizzare le tracce gps e non potrò geolocalizzare le foto. In navigazione dovrò utilizzare esclusivamente la mappa cartacea per conoscere la mia posizione. Non ci voleva proprio! E’ davvero una sventura! Mantengo la calma e cerco di trovare comunque un rimedio. Attivando il gps sulla fotocamera dovrebbe essere possibile geolocalizzare le foto e, tramite queste, ricostruire in seguito le tracce al pc. Il problema è che la batteria durerà molto meno e prima di scattare, dovrò aspettare che il gps mi localizzi con sufficiente precisione. E’ davvero surreale: mi trovo come un naufrago, solo, su una spiaggia lontana da casa e invece di pensare a come mangiare e dove dormire, cerco di risolvere il problema del gps! Mi sento anch’io un po’ schiavo della tecnologia. 
Archivio la questione gps e organizzo mentalmente la giornata. Alle 7:45 sono già in acqua. Supero prima lo spiaggione che delimita il lago artificiale 


e poi punto dritto, a tagliare tutta la baia, verso l’estremità che segna l’inizio della costa ovest.




Mi attende un mare paradisiaco. Abbandono la pagaia e scatto a raffica con la fotocamera tascabile.



I raggi del sole sbiechi del mattino danno il giusto contrasto al fondale. Devo solo scattare, non serve altro.


Mi riprendo da cotanta beltà e mi rimetto a pagaiare percorrendo circa 4km di costa. Ovunque guardi è tutto incantevole. Goduria allo stato puro!






Mi fermo infine sulla spiaggia di Pefkoulia 


per una rimpinzata di toast, tutti rigorosamente accompagnati da birra ghiacciata.


Il mare è davvero trasparente 


e ne approfitto per fare un po’ di snorkeling mentre il pannello solare carica le batterie.


Riparto con un sole ormai caldissimo. Alla mia sinistra scorre una costa stupenda, con spiagge bianchissime ridossate da una vegetazione folta e rigogliosa. C’è la possibilità di montare la tenda sotto un albero a folta chioma e avere l’ombra tutto il giorno!



Faccio un po’ di km ma poi, sopraffatto dal caldo, mi fermo all’ombra di uno scoglio



e riparto subito dopo. Attraverso posti incantati, di una bellezza indescrivibile. Lascio parlare le foto. Sono letteralmente in visibilio.






C’è tempo anche per un selfie, ad immortalare l’amore per questa magnifica isola.


Mi fermo poche miglia più avanti sulla spiaggia di Gialos. 


C’è un chiosco con tettoia e ne approfitto per mangiare e bere.


Riprendo la navigazione e riprendo a strabuzzare gli occhi.



C’è poco vento e il sole è quasi insopportabile. Sono obbligato a continue cappellate di acqua in testa. 
Verso le 19 arrivo alla località più turistica della costa ovest: Porto Katsiki.


Faccio una sosta molto veloce. Voglio fermarmi in prossimità di Capo Doukato. Mi trattiene un signore francese che mi fa un po’ di domande sul mio viaggio. Quando riparto il mare è increspato da un ponente che mi investe da destra donandomi una frescura ahimè tardiva. La spiaggia che avevo visto dalle mappe satellitari era purtroppo un’illusione ottica. Proseguo girando Capo Doukato, col sole che mi tramonta alle spalle.


La navigazione diventa molto impegnativa; il ponente  attraversa la costa da parte a parte e si incanala nelle baie dove acquista velocità e discende violento. Il kayak si inclina pericolosamente più e più volte. Non posso avvicinarmi alla costa e devo pagaiare molto basso. 


Man mano che la luce si affievolisce Inizio a preoccuparmi sul serio. Non posso atterrare sulla costa alla mia sinistra per via del fortissimo vento a raffiche e la fine del golfo davanti a me è lontanissima. Chiedo ad un signore su un gommone quanto disti la più vicina spiaggia. Mi dice 1km. Non potendo navigare vicino alla costa probabilmente non la vedo e sono costretto a proseguire.  Ormai è buio pesto e devo tirar fuori dal dayhatch la lampada frontale che avevo acquistato prima del trekking proprio per queste evenienze. Mi convinco a malincuore che l’approdo si trova di fronte a me, dove luccicano quelle lontanissime luci gialle. Mi ricordo dell’atterraggio notturno a Girolata, in Corsica. Questa volta però la lampada frontale da 575 lumen non mi fa temere per il peggio. Vedo tutto chiaramente anche a 100m di distanza! Provo per la prima volta la sensazione di navigare rilassato di notte. E’ bellissimo! Ci vorranno due ore circa per raggiungere la spiaggia in fondo al golfo. Atterro alle 22 sulla spiaggia di Vassiliki. 


Il guardiano del lido mi da il permesso di montare la tenda. Dopo 52km sono stanchissimo e affamato. Ci sono ben tre ristoranti dietro la spiaggia. Chiudo tutto nel kayak ed entro come un profugo nel ristorante più vicino. Non voglio nemmeno immaginare l’aspetto che ho ma lo intuisco dagli occhi con cui mi guarda il cameriere.  Ordino uno spaghetto allo scoglio e frittura mista. 



Tra una forchettata e l’altra faccio la spola dal tavolo alla spiaggia, con la lampada frontale in testa, per controllare il kayak al buio. Le persone ai tavoli accanto al mio mi guardano allibite. Dopo la cena non mi resta che montare la tenda e dettare il diario di questa giornata bellissima e infinita. 

2 commenti

Sei incredibile! La spola tra la trattoria e la spiaggia con la 575 lumen in testa è esilarante e credibilissima. Ti mancava una picozza alla cintura e un po' di nerofumo sulla fronte per essere scambiato da minatore in ferie.


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