Sveglia alle 6, prima dell’alba. [...]
Tutto tace. Il gorgoglio del caffè nella moka segna l’inizio del nuovo giorno. Consumato il rito della colazione si passa allo stivaggio nel kayak. Tutto fila liscio fino alla ripartenza, quando mi accorgo di avere lo skeg bloccato. Purtroppo è un inconveniente che capita spesso quando la grana della sabbia non è fine. Con la santa pazienza riatterro e sblocco lo skeg. Alla ripartenza è di nuovo bloccato. Sono le 8:30 e sono già incazzato. ”Quanto potrei ancora incazzarmi se per la terza volta lo sblocco e lui si riblocca?”. Questa è la mia preoccupazione. Perciò desisto dal proposito di risbloccarlo. Mi avvio nell’acqua liscia come l’olio tra i natanti ancorati alle boe. Direzione sud-ovest verso Punta d’Omigna. Dopo 4km sono fuori dalla Baia de Chioni. L’onda lunga del giorno prima c’è ancora, ahimè! Taglio dritto fino a Punta di Cargese, poi costeggio, passando prima per il porto
e arrivando poi a Plage de Manasina. Vorrei atterrare ma l’onda lunga non me lo permette. C’è troppo frangente a riva. Surfare un’onda con un kayak che pesa 70kg si può anche fare ma se si può evitare è meglio. Sarebbe stata l’occasione giusta per sbloccare lo skeg, ma niente. Anche stavolta. E’ destino si vede: che il 4 agosto 2014 Marco deve navigare senza skeg è destino. Lo accetto borbottando… Dovrò fare altri 10km prima di atterrare sulla Plage de Sagone.
Quando atterro scatta il gelatone. Entro in un bar sulla spiaggia e faccio amicizia con il barista. E’ un ragazzo di colore simpaticissimo. Parla bene l’italiano perché è stato a Milano parecchi anni e ci ritorna spesso per andare a trovare i genitori che risiedono ancora là. E’ venuto in Corsica per fare la stagione e, a sentirlo, sembra proprio che ci rimarrà! I Corsi sono molto ospitali, concordiamo entrambi, e non si fa fatica a trovare lavoro. Tra una chiacchiera e l’altra mi riempie la sacca con 10l d’acqua.
In spiaggia il kayak prende il sole col pannello fotovoltaico in bella mostra. La sosta stavolta è lunga. Ripartirò solo dopo un’oretta abbondante.
In spiaggia il kayak prende il sole col pannello fotovoltaico in bella mostra. La sosta stavolta è lunga. Ripartirò solo dopo un’oretta abbondante.
Il Golfo di Sagone è davvero enorme; decido quindi di tagliarlo un po’ navigando ad oltre un miglio dalla costa.
Quando prendo ricontatto con la terra, la costa è rocciosa e frastagliata.
Uno spettacolo per gli occhi! Entro nel Golfo de Lava doppiando Punta Parragiola
e faccio poi una breve sosta sulla bellissima Plage de Port Provencal.
Sono le 16:30 e mancano solo 15km all’Anse de Minaccia dove ho deciso di passare la notte. Ho tempo a sufficienza per esplorare tutti gli anfratti dello splendido Golfe de Lava, dove mi trovo ora. L’acqua è straordinariamente verde! Un color smeraldo ed una trasparenza unica!
La costa è sormontata da montagne verdi come il mare.
E’ in questo meraviglioso scenario che vedo volteggiare sulla mia testa, per la prima volta, un falco pescatore. Non è facile fotografarlo senza teleobiettivo ma voglio portare a casa almeno uno scatto di questo rapace. Il risultato non è entusiasmante ma l’importante è che si veda.
Seguendolo con lo sguardo riesco ad individuare il suo nido, costruito su uno spuntone di roccia.
Da lassù il falco gode di un’ampia visuale sul tratto di costa sottostante. Quando mi allontano, mi rammarico di non averlo visto in azione, mentre si lancia in picchiata. Un vero peccato! La passeggiata sotto costa continua. Raggiungo Capo di Feno
ed esco dal Golfo de Lava. Un maestralotto sostenuto mi spinge da poppa e mi allevia la fatica delle ultime pagaiate. La costa si fa più bassa e lascia libero lo sguardo di osservare l’entroterra ricoperto da un manto verde di vegetazione.
Salto due tre spiaggette alla mia sinistra e approdo su una minuscola e riparata.
Quando vanno via gli ultimi bagnanti rimango solo su quest’angolo di paradiso col sole che mi dà il suo ultimo bacio.
La lampada frontale che ho nel day hatch anteriore e che ho usato per l’atterraggio notturno a Girolata, è completamente zuppa. Il pacco di pile ricaricabili galleggia in una poltiglia elettrochimica di ruggine disciolta in acqua di mare. Per fortuna ho una lampada frontale di riserva che mi permetterà comunque di cucinare e montare la tenda. Per la prima volta da quando sono partito devo ricaricare le numerose stilo che ho usato per alimentare il GPS. Sono più di una dozzina e non mi basterà una sola notte per farlo. Sono le 22 quando registro con le ultime forze rimaste il diario della giornata. Mi addormento col suono dolce delle onde a riva.
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