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Grecia Ionica in kayak - 6 AGOSTO - L'ARRIVO A SAMI


Durante la notte sono stato male. La lontananza di Scott non mi ha fatto bene. Mi sono svegliato nel cuore della notte perché mi sentivo soffocare. Ho aperto le finestre per prendere aria ma, quando sono entrato in bagno, mi sono accasciato al suolo, semisvenuto. Per fortuna mi sono ripreso poco dopo e ho continuato a dormire fino alla sveglia delle 6. 
Prendo tutta la mia roba, scendo in reception per pagare e lasciare le chiavi e corro in spiaggia per controllare il kayak. Per fortuna nessuno ha toccato nulla. Posso fare colazione tranquillamente nel vicino bar e godermi un’alba spettacolare.


Dopo un’oretta sono in acqua. 


Mi aspettano le ultime 14 miglia di trekking. Ho l’umore a mille e il cuore che batte più forte del solito. Decido di non fare alcuna sosta e tirare dritto fino all’arrivo. La navigazione scorre tranquilla fino a Capo Dihalia.



Quando giro il capo e scorgo da lontano il porto di Sami,


non riesco a trattenere l’emozione e le lacrime. E’ stato un trekking durissimo, mi è successo di tutto. Mi rivengono in mente i mille momenti belli e brutti di questi 16 giorni per mare: l’attraversamento del canale rafficatissimo tra Cefalonia e Itaca, le immersioni sulla costa nord di Itaca, la traversata pericolosissima fino a Meganisi, la febbre dopo il giro di Lefkada, l’incontro con Gwendal, il traino della “Santa Domenica”, la tartaruga avvistata a Pessada, la rottura del kayak a Zante, le raffiche forza 6 della costa ovest, la burrasca prima dell’imbarco, il diluvio di ieri sera, le delicatissime sfumature delle albe e i superbi colori dei tramonti. Emozioni indescrivibili che voglio portare dentro di me per tutta la vita. E’ stato un trekking difficile: percorso interamente in solitaria, in condizioni fisiche precarie e in un paese straniero. 
E’ con questi pensieri che mi avvicino al porto di Sami, mentre le lacrime mi solcano il viso. Un crescendo di pensieri, ricordi ed emozioni che culmina quando la prua dello Scott ritocca la spiaggia da cui tutto ebbe inizio il 21 luglio. 


Decido di farmi una foto che possa riassumere quello che sto provando. Voglio un ricordo di questa felicità immensa che mi pervade.  Mi attacco alla prua del kayak e lancio il cappello in aria. Dopo 16 giorni, posso finalmente togliermelo!


Sulla spiaggia ritrovo i camperisti di Udine, Elio e Fabrizia, che ho incontrato due giorni fà sul traghetto Zante – Cefalonia. Mi regalano il loro cavo di ricarica per l’iphone e mi accompagnano col camper a visitare il campeggio Karavomilos, dove rimarrò 4 giorni.  



Il pomeriggio del 10 agosto salirò sul traghetto che mi riporterà a casa.



Finisce qui il mio viaggio. Lo dedico, come sempre, a tutti i sognatori, a coloro che non sanno vivere troppo distanti dal mare, a chi sa immaginare un mondo migliore, ai viaggiatori di ogni età che, come me, vivono di emozioni.


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